Quotidiano Libertà 22-06-1996
Restaurato il quattrocentesco affresco della chiesa di S. Donnino
Per diversi anni l'opera era rimasta offuscata da efflorescenze provocate dall'umidità.
L'intervento è stato promosso dal Rotary club Piacenza.
Via il velo di muffa, è riapparsa una splendida Madonna con Bambino. L'affresco, opera anonima del Quattrocento, è già ammirabile nella romanica chiesa di S. Donnino, in largo Battisti: simile ad un 'altra immagine della Vergine che si trova in S. Paolo in via Scalabrini, viene ricollegata alla scuola lombarda del quindicesimo secolo; nello stile si nota la permanenza dei moduli del «gotico internazionale». Maria, dipinta con abito rosso, porta un manto bruno, in cui sono visibili piccoli frammenti d'oro che probabilmente formavano le stelle di cui anticamente era costellato, mentre Gesù Bambino è avvolto in un lenzuolo chiaro Un dato storico: in onore di questa icona, nel 1716, a Piacenza venne eretta un'apposita Congregazione.
Dipinta su una superficie rotonda - una colonna - in castrata nella parete della navata destra
del tempio, la «Madonna con Bambino», di commovente dolcezza espressiva, è stata restaurata per iniziativa del «Rotary club Piacenza» che ha affidato i lavori alla restauratrice Lucia Bravi, già nota per altri restauri suo per e d'arte piacentine (fra le ultime la statua lignea della Madonna con Bambino di S. Maria di Campagna).
Deciso dal circolo piacentino alla fine dello scorso anno accanto ad altre iniziative socioculturali,
il restauro, compiuto sotto il controllo della sovrintendente ai beni architettonici, arch.
Franca Iole Pietrafitta, ha richiesto alcuni mesi di tempo. Si è trattato, infatti di un intervento
delicato" e complesso: l'affresco risultava danneggiato non solo dal degrado accumulato in
cinquecento anni, ma anche da interventi di restauro eseguiti in passato con metodi che oggi la
legge non permetterebbe più.
L'ultimo lavoro di recupero di questo gioiello del Quattrocento italiano risale agli anni Sessanta.
Poi, via via che si sono succeduti gli anni, l'umidità risalente dalla parete in cui l'opera si trova
inserita ha provocato la comparsa di efflorescenze saline che ne hanno quasi completamente
offuscato la leggibilità.
Di qui la necessità di riportare alla luce l'intera immagine.
Dopo aver eseguito i consueti saggi di pulitura, la restauratrice ha «lavato» l'affresco con carbonato d'ammonio in acqua distillata.
Poi, con solventi di serie aromatica ha tolto le ridipinture.
Sulla veste rossa della Vergine sono emersi frammenti di decorazioni floreali e sul manto bruno si sono resi visibili piccoli frammenti d'oro, visibili a chi si sofferma a guardare l'immagine con attenzione.
Inoltre - spiega la restauratrice - vi sono anche frammenti di stelle eseguite forse nel 1800 con colori a tempera.
Una volta liberata dalle efflorescenze e dalle ridipinture, la superficie affrescata presentava numero se abrasioni.
Quindi la restauratrice ha dovuto compiere un 'integrazione del colore, eseguita però, secondo le nuove regole del restauro, a sottotono e con colori all'acquerello.
fonte: Quotidiano Libertà del 22-06-1996