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Quotidiano Libertà 11-06-1988

Rivalta, è stato restaurato un altro ciclo di affreschi

Gazzola - Nella chiesa parrocchiale del borgo-castello sul Trebbia
I dipinti si presentavano seriamente attaccati, dopo due secoli di vita, dall'umidità e dalla polvere - Sotto cura anche putti e decorazioni in stucco

Nei giorni scorsi nella chiesa di Rivalta (in comune di Gazzola) si sono conclusi i lavori di restauro che hanno interessato la cappella dedicata a S. Antonio, ubicata sul lato destro, la prima entrando nel tempio.

Tali lavori, come i precedenti effettuati lo scorso anno, sono stati eseguiti dalla restauratrice Lucia Bravi, dopo che il parroco, don Giovanni Maggi, aveva ottenuto la necessaria autorizzazione dalla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Parma e Piacenza.
La cappella di S. Antonio da Padova, al cui centro è collocata una tela raffigurante il santo, dipinta da Francesco Ferrante verso la metà del XVI secolo - come afferma una scritta in latino presenta elementi  architettonici interessanti, tra cui due lesene con angeli-telamoni, sui quali è impostata la cornice. Sopra di essa due angioletti seduti mostrano tavole con parole latine.
Intorno alla finestra, che si apre tra i due putti, si sviluppa una decorazione a volute che la raccordano all'altare, il quale quasi certamente fu realizzato nel 1635, al tempo della costruzione della cappella.
La decorazione in affresco fu eseguita da Giuseppe Turbini nel 1762, il cui nome compare accanto a quelli di Giuseppe Manzoni e Carlo Bellonci, decoratori dell'altare in stucco, citati in una scritta posta sopra il cornicione.
Alt ri elementi di rilievo, situati ai lati della cappella, sono due ovali, che racchiudono due paesaggi e che ripetono, idealizzandoli, vedute reali dei dintorni (la torre e l'ingresso del castello di Rivalta ed il castello di Statto): anch'essi sono opera del Turbini.
L'intervento conservativo si è reso necessario per riportare al primitivo splendore e per consolidare la pellicola pittorica degli affreschi, che si presentavano seriamente in teccati dall'umidità, dalla polvere e da altri agenti corruttori dopo oltre due secoli di vita. Anche i putti in stucco sono stati sottoposti a restauro: lo stesso è avvenuto per l'architettura in stucco che riflette le caratteristiche dell'esempio bibienesco.
L'unico arredo sacro non interessato ai lavori, come s'è detto condotti a termine dalla signora Bravi di S. Nicolò, è stata la pala del santo di Padova. Dopo la conclusione di questo nuovo ciclo di restauri, la bella chiesa parrocchiale di Rivalta offre nuovi motivi di interesse per i numerosi turisti, che nei giorni festivi e d'estate visitano il borgo castello sul Trebbia.

fonte: Quotidiano Libertà del 11-06-1988

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